Oggi mi sono accorta che è tornata la Primavera. È tornata prepotentemente, come certe mode, come certe passioni. La primavera ha sempre la portata di una rivoluzione, tutti gli anni uguale, ogni anno diversa.

Un po’ come noi.

Oggi ho scoperto la primavera per caso, stavo parcheggiando e, alzando lo sguardo, ho scorto la fila di alberi lungo la strada. Una vera esplosione di fiori bianchi.

Ogni volta che arriva una primavera, mi ricordo di me. Di me che mi mangio i giorni e i mesi senza guardare il cielo, che lavoro e corro e accumulo vuoti riempiti di cose sbagliate.

Spesso succede come in quel gioco da bambini, in cui devi infilare le formine nella giusta posizione.

Passa il tempo e sembra sempre la forma sbagliata.

Oggi questi fiori, l’aria tiepida che mi lambiva il viso, mi hanno ricordato che esistiamo nel tempo, ma è nello spazio che spesso è necessario riconoscerci.

Guardavo il mio volto nei finestrini dell’auto. Ero stanca, è stata una settimana faticosa.

Guardavo e quei fiori bianchi riempivano il margine tra la mia figura e il contorno del vetro, i fiori erano la forma che riempiva lo spazio.

Ho camminato nell’aria tiepida della sera ed era bello respirare, sentire la forza di questa primavera che nasce, sentire che è possibile fiorire, anche se è dura ricordare come.

Ogni anno che passa, la primavera torna a sorprendermi come uno schiaffo in pieno viso.

Ho continuato a camminare, poi mi sono fermata. A volte si può fare solo questo, in mezzo a una rivoluzione.