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Parole senza rimedi

~ Manuela. Una col vizio di scrivere

Parole senza rimedi

Archivi Mensili: dicembre 2012

La parola desiderio. Esiste.

26 mercoledì Dic 2012

Posted by mallarmeana.mb in riflessioni riflesse, Sogni bohémien

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Tag

desiderio, parole

“In questo – forse – il flagello? / Rincorrere il desiderio? / Rincorrere la morte?” G. Caproni

Stamattina mi sono svegliata con un ricordo, nitido, di un sogno strano.

Tracciavo la parola desiderio, con un pastello verde, in stampatello. Il foglio bianco, altre parole scritte, tutte intorno alla parola “scrittura”. Desiderio, bisogno, condanna.

La notte porta spesso a galla pensieri sconosciuti, oscuri, misteriosi.

Citazioni sbagliate, malinconie profonde, sotterranee.

Tracciavo le mie parole con una grafia impacciata.

Scrivere come desiderio. Un desiderio che provo da molto, che ho coltivato poco, ripreso, mollato, rivisto, lasciato. Scrivere come condanna, soprattutto per chi, nelle rarissime volte in cui ho varcato il mio ragionevole pudore, ha letto i miei versi scadenti. Scrivere come bisogno. Grande, irrinunciabile.

Scrivere un desiderio. Soprattutto.

Il desiderio che ci spinge a colmare le lacune del nostro essere sempre incompleti. A voler fare tutto ed essere nulla, o essere per poco. O uscire fuori da noi, per essere finalmente, noi.

Il desiderio che ci spinge a raccontarlo, ad indagarne il nome. Partendo dagli aggettivi, verificandone, spesso, l’evoluzione, che sfugge ad ogni calcolo.

Tracciavo quei segni su un foglio a righe, li segnavo nella memoria.

Poi, al risveglio, erano ancora tutte lì, con me. Soprattutto il desiderio.

La fatica nello scrivere la parola come la difficoltà nella realizzazione, e, nello stesso tempo l’impossibilità di soffocarla.

Faccio sogni bizzarri. Come tutti.

Ma certi sogni mi parlano più di altri.

Quello di stanotte, ad esempio, mi ha ricordato che la parola desiderio esiste. E mi colora la vita, con le sue trame spesso intricate, a volte incomprensibili. Che passano attraverso la pelle e ne accarezzano i sensi.

Mute, ma insistenti. Come le parole più belle.

“Le parole che s’urtano con la gente di faccia”. (“Se domani ti arrivano dei fiori”, Elio Pagliarani).

13 giovedì Dic 2012

Posted by mallarmeana.mb in Letteratura "fai da me", Poesia che amo, Poeti

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Tag

faccia, fiori, Pagliarani, parole

Sono un po’ di giorni che ho ripreso in mano alcuni libri che avevo a casa, continuando il silenzioso trasloco dei testi , uno ad uno, spesso – quattro a quattro, se vogliamo esagerare – ed ogni volta che li apro trovo parole che leggo, poi rimangono lì a macerare, si contorcono, si rigirano.

Alcune si perdono.

Alcune non mi lasciano in pace.

Ecco, in questi giorni vive in clandestinità nella mia mente una Poesia, di quelle che avrò riletto già mille volte, in periodi diversi, con sentimenti diversi, ma che sempre mi lascia a bocca aperta.

Per la forza e la semplicità della bellezza che ci parla, tra verso e verso.

Per quelle parole “che s’urtano con la gente in faccia.”. Colpiscono, restano, commuovono.

Ecco, quel verso mi tiene compagnia da giorni.

Una bella compagnia.

Se domani ti arrivano dei fiori

da “Inventario Privato” (1959)

Se domani ti arrivano dei fiori
sbagli se pensi a me (io sbaglio se
penso che il tuo pensiero a me si possa
volgere, come il volto tuo serrato
con mani troppo docili a carpire
quando sulle tue labbra m’era dato
baci dalla città) non so che fiori
siano: te li ha mandati per amore
d’amore uno incontrato in trattoria
dove le mie parole spesso s’urtano
con la gente di faccia.

Che figura

t’ho data, quali fiori può accordare
nella scelta all’immagine riflessa
di te?

Non devi amarmi se ti sbriciolo
su una tovaglia lisa: e non mi ami.

Come le lucertole. Pensieri assolati e una poesia di Mario Luzi.

05 mercoledì Dic 2012

Posted by mallarmeana.mb in Letteratura "fai da me", Poesia che amo, Poeti, riflessioni riflesse

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Tag

lucertole, Mario Luzi, pensieri assolati, Quattro stagioni

Ho pensieri annodati.

Pensieri assolati.

Quelli che rimangono lì, avvinti al loro bisogno di Sole, che riposano nel tepore della mente. Pensieri che tengono compagnia, anche quando si pensa di non pensarli.

Oggi assaporavo il nitore dei raggi freddi, luminosissimi, del Sole di dicembre.

La luce quasi accecante colpiva lo sguardo e riscaldava, attraverso il vetro, la pelle chiara, ricordando il passato recente, qualche strato di epidermide fa.

Un abbraccio. Un desiderio atavico di seguire quel calore, di rimanere immobili come le lucertole, nell’assoluta banalità dell’essere umani, forse troppo.

Quell’attimo tiepido ed accecante come un filo che lega noi al lontano Sole ed è partecipazione, ed è solitudine, ed è fuoco.

Ma poi mi ricordo che è quasi inverno. Esco, un brivido mi percorre la schiena, i raggi non bastano.

Dentro, però, è tutto intatto.

I pensieri annodati. Assolati.

C’è una poesia di Mario Luzi che traduce bene un’emozione come questa. La ferma, fotografandola  nell’assonanza “Sole-solitudine”, a lato dei versi.

“Ha la sua giusta canicola

qui la solitudine. Deflagra

la mente

sovrana che ci pensa.

Lei soltanto.

L’altro non c’è.

L’altro

non è altro, è sè.

Si empie

di tempo la giornata,

si estingue nella sua durata

e così il suo ritorno.

Romba

qualche raro

motore sotto sforzo

su queste aride poggiate,

altrimenti tace il giorno.”

Mario Luzi, da “Quatto stagioni”, 2002.

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