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Parole senza rimedi

~ Manuela. Una col vizio di scrivere

Parole senza rimedi

Archivi Mensili: febbraio 2018

Di che pianger suoli?

19 lunedì Feb 2018

Posted by mallarmeana.mb in Senza categoria

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Stamattina mi sono buttata.

Avevo la classe alle prime due ore, le più tragiche per sonno e conseguenze del weekend.

Il canto di Ugolino. Il più horror, il più splatter che Dante consegni al lettore, o quasi. Inizio a spiegare sperando che la classe tutta maschile, oggi, venga attirata dai particolari più oscuri della storia.

Il ghiaccio, il morso, il divorare, l’asciugarsi la bocca con i capelli del nemico. Dante l’ha scritta proprio così, ce la consegna intatta nel suo orrore e vedo che qualcuno storce il naso. Qualcuno rimane a bocca aperta, ma questa volta la maggior parte ascolta, vuole sapere come è andata.

Ogni volta in cui leggo Dante scopro qualcosa. L’Inferno accende in me una sorta di nostalgia per la bellezza e una passione che spero di trasmettere in grani a chi ha la sorte di avermi davanti.

C’è una serie di versi, in questo canto, su cui mi fermo sempre e sempre mi illumina. Ugolino si rivolge a Dante dopo avergli raccontato del sogno premonitore in cui si prefigurava la sua morte e quella dei figli.

Si gira verso di lui e lo ammonisce:

“Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli

pensando ciò che ‘l mio cor s’annunziava

e se non piangi, di che pianger suoli?”

Già. Di che pianger suoli. Guardavo i visi dei ragazzi e capivo che qualcosa, un minimo, per un istante, avrebbe, aveva scosso anche loro.

Le lacrime, questo grande mistero. Chissà se piangono, mi sono chiesta, e per cosa. Chissà per quanto continuerò anche io, a piangere, e se ci sia un’età in cui si smetta definitivamente, oppure se tutto continui infinitamente a trasformarsi.

Ugolino ammonisce Dante e si arriva al racconto della morte dei figli e del presunto cannibalismo. I più sbruffoni ridono, nessuno è distratto.

Qualcuno mi chiede come mai non sia stata girata una versione cinematografica “significativa” della Commedia, o un horror dedicato all’episodio in questione.

La drammaticità della storia li colpisce, rimaniamo per pochi istanti bloccati nel ghiaccio anche noi, immobili nelle lacrime che non abbiamo.

A volte la letteratura riesce a fare miracoli.

Poi, la campanella, l’intervallo, la vita che va.

“E se non piangi, di che pianger suoli?”

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Il divano

14 mercoledì Feb 2018

Posted by mallarmeana.mb in Senza categoria

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Ci sono persone per cui le cose sono solo cose.

Poi, ci sono altre che vedono nelle cose un’anima, un ricordo, la trama confusa di eventi o qualcosa di simile.

Oggi io e mio nipote abbiamo trasportato nel giardino un divano, il divano che ha occupato la cucina di mia madre per circa quindici anni.

Domani finirà in discarica, come si conviene a un vecchio complemento d’arredo.

Questo divano nel giardino ha posto le basi dell’ilarità generale. Ci siamo seduti, ci siamo scattati foto ridicole, sapendo che quell’oggetto da domani non sarà più con noi.

Le cose sono solo cose.

Poi ricordo.

Su quel divano ho rimproverato per l’ultima volta mio padre di simulare un soffocamento, nell’ennesimo “al lupo al lupo” della vita di un ipocondriaco (mio padre che sarebbe morto quattro mesi dopo per insufficienza respiratoria, vera.)

Mi sono seduta lì soprattutto dopo la sua morte, sempre con un po’ di timore. Quello era il suo posto, e di nessun altro.

Quel divano originariamente verde che era poi diventato rosso, con il tempo, era diventato ormai liso, ingombrante.

Ora aspetta di andarsene per sempre.

Vederlo in mezzo al prato mi fa sorridere e mi mette un po’ malinconia.

Ma, avrete capito, per me le cose non sono solo le cose.

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